Politiche urbane per la sharing economy

Politiche urbane per la sharing economy

Come potrebbero cambiare le nostre città se diventassero più “sharing”?
Quali benefici si potrebbero ottenere se gli Enti Locali erogassero nuovi o vecchi servizi  con l’aiuto dei cittadini?
Sono domande che sempre più spesso si pone chi si occupa di sharing economy, interrogandosi su come la Pubblica Amministrazione possa partecipare all’economia collaborativa.
Politiche a favore della sharing economy potrebbero significare nuovi posti di lavoro e guadagni per i cittadini, attenzione nei confronti dell’ambiente, grazie alla riduzione dei consumi e degli sprechi inutili, nonché, il recupero delle relazioni basate sulla fiducia tra le persone. Così alcune amministrazioni si sono messe al lavoro.

Negli Stati Uniti, lo scorso giugno, la US Conference of Mayors ha adottato una “Shareable Cities Resolution”.
La risoluzione, promossa da 15 Sindaci di altrettante città – tra cui San Francisco, New York e Los Angeles – prevede che i primi cittadini si impegnino a rendere i loro comuni più “shareable”, attraverso una migliore comprensione delle pratiche che caratterizzano l’economia della condivisione e la creazione di task force locali per rivedere i regolamenti che possano in qualche modo ostacolare la partecipazione dei cittadini ai servizi collaborativi.

A settembre, invece, sempre negli Usa, il Sustainable Economies Law Center  – SELC –  e la rivista Shareable hanno realizzato insieme il primo manuale di politiche per “shareable cities” : Policies for Shareable Cities: A Sharing Economy Primer for Urban Leaders.
L’obiettivo del SELC è di proporre il manuale ad ogni leader urbano, city planner, Sindaco o Consigliere Comunale, affinché tutti possano attivarsi per “migliorare le politiche e le pratiche di condivisione nelle proprie città”.
Suddiviso in 4 grandi aree tematiche – trasporti, cibo, case e lavoro – si tratta di 32 misure specifiche che, se adottate, potranno incentivare la crescita della sharing economy nelle comunità locali. Si va da pratiche come il carsharing e il ridesharing, al cohousing, il co-working e l’agricoltura urbana.
Per sostenere lo “shareable cities movement”  e “consegnare il manuale nelle mani degli amministratori” SELC ha anche attivata una campagna di crowdfunding su Razoo.

Anche l’Asia si sta muovendo e Seoul si candida a diventare un modello di “città condivisa”, grazie a “Sharing City, Seoul”,  progetto che mira a portare l’economia della condivisione a tutti i cittadini.
Tra i punti salienti del progetto, ci sono sia la promozione delle imprese della sharing economy già esistenti –  con piani di finanziamento ad hoc e con una sorta di “certificazione di qualità” rilasciata dal Comune, utile per incrementare la fiducia dei cittadini nei confronti dei servizi collaborativi – sia l’incubazione di circa 20 nuove start up.
Inoltre, la città ha lanciato un servizio di car sharing con un parco auto di 492 veicoli, ha selezionato una serie di parcheggi e di edifici comunali da lasciare a disposizione del pubblico durante le ore ed i giorni di inattività e ha messo in contatto anziani che hanno camere supplementari con studenti che hanno bisogno di una stanza.
 Nato a settembre 2012 come parte del Seoul Innovation Bureau’s plan per risolvere i problemi sociali, economici e ambientali della città in modo innovativo, il progetto “Sharing City, Seoul” è uno strumento per migliorare la vita dei cittadini, oltre che un modo per ottimizzare le risorse e il budget a disposizione dell’amministrazione.


E in Italia? Anche da noi qualche amministrazione, si sta attivando. Milano ha lanciato in meno di quattro mesi due nuovi servizi di Car-sharing, il sindaco di Veglio – un piccolo paese di montagna in provincia di Biella –  ha realizzato un coworking per far rimanere i ragazzi a lavorare in paese, alcuni musei stanno iniziando a utilizzare il crowodfunding per recuperare collezioni che altrimenti non potrebbero permettersi. Si tratta tuttavia di esempi virtuosi mentre è tuttavia ancora molto lontana l’idea di una strategia condivisa di politiche urbane a favore della sharing economy e alle opportunità che potrebbe offrire.