New York multa un host di Airbnb, ma la sharing economy è qui per restare

New York multa un host di Airbnb, ma la sharing economy è qui per restare

La scorsa settimana Nigel Warren, proprietario di New Tork che affitta la sua casa su Airbnb, ha ricevuto una multa di 2.400 dollari per aver violato la legge della città che non prevede di trarre profitto dalla proprio appartamento per brevi periodi. Airbnb ha dicharato che si impegnerà a cambiare la legge ma nel frattempo ha introdotto una pagina sul sito nel quale ringrazia i proprietari per aver scelto il loro servizio ma gli ricorda di operare in linea con le leggi del proprio paese declinando, così, ogni responsabilità per il loro operato.

Che il successo di Airbnb, come quello di altri servizi collaborativi, iniziasse a dare fastidio a molti negli USA era ormai cosa nota. I servizi collaborativi disintermediando sfidano gli operatori tradizionali che hanno gioco facile ad appellarsi alla zona grigia normativa e fiscale nella quale queste piattaforme operano. Non è infatti la sola Airbnb a incontrare simili difficoltà. La scorsa settimana RelayRides, piattaforma che mette in contatto chi ha un auto da affittare e chi desidera prenderla in prestito, ha dovuto sospendere il suo servizio sempre a New York accusata di non essere in regola dal punto di vista assicurativo, mentre Uber, servizio che abilita le persone a dare passaggi in auto, qualche tempo fa ha dovuto sospendere il servizio perchè ritenuto fuorilegge. “L’innovazione, per sua natura, non sempre può rientrare all’interno di strutture già esistenti” ha scritto sul blog della società Andre Haddad, CEO di RelayRides. La normativa negli USA, così come in Italia, infatti, non contempla né dal punto di vista assicurativo nè fiscale, di poter mettere a reddito per brevi periodi i propri beni. Ma questo poteva andar bene finchè questi servizi non esistevano. Ora che sono realtà presenti e radicati e le persone iniziano a utilizzarli abitualmente traendone beneficio come si fa a dire loro di smettere? Come si fa a dire a un viaggiatore che si muove abitualmente con Airbnb che deve riprendere a dormire in albergo? Difficile tornare indietro. Difficile pensare che le persone rinuncino ad usufruire questi servizi ora che sono abituati ad utilizzarli. Come ha scritto Marcus Wohlsen su Wired la scorsa settimana, “l’economia della condivisione è qui per rimanere.” Piuttosto che reprimere bisognerà lavorare per trovare soluzioni che prevedano l’esistenza e la “normalizzazione” dei servizi che la popolano.

Per approfondire: Wired, Economist, NYTimes