
13 Mag Il delicato equilibrio delle polizze assicurative
Le polizze assicurative sono sempre più importanti per lo sviluppo dell’economia collaborative. Offrire un’assicurazione per garantire l’incontro fra sconosciuti facilitato dalle diverse piattaforme sembra, infatti, il modo più semplice per creare fiducia tra le persone e convincerle a prendere parte ai diversi servizi.
Lo sa bene Airbnb, quando nel 2011 una donna denunciò sul proprio blog il saccheggio della sua casa dopo averla affittata attraverso il sito. Dopo l’accaduto, la compagnia decise di introdurre una propria polizza assicurativa sottoscritta con la Lloyd’s of London, che ancora oggi copre gli utenti sino a 1 milione di dollari. Cifra che oggi si attesta come standard anche per altre compagnie come Dogvacay, Lyft, RelayRides, o Feastly e che si sta rilevando terribilmente costosa per il business delle diverse compagnie, soprattutto di quelle impegnate nel settore dei trasporti.
RelayRides, per esempio, ha recentemente aumentato la percentuale che preleva su ogni transazione prelevando fino al 25% (le altre piattaforme collaborative prelevano tra il 10 e il 20%), eppure è ancora in perdita. Assicurare ogni autovettura per circa un milione di dollari, infatti, è terribilmente costoso.
Per ridurre il premio assicurativo si ricorre cosi’ a diverse strategie di screening della base utenti: RelayRides ha sviluppato un sistema per ottenere dati sui veicoli degli autisti caricando 13$ su quei guidatori considerati poco affidabili. Tutto cio’ rischiando di ridurre la propria base utenti sino al 20%.
Sembra essere, ancora una volta, una questione di equilibrio. Le compagnie di sharing sono oggi alla ricerca del giusto punto di incontro tra il livello di severita’ dei sistemi di verifica utenti e l’ampiezza del bacino di iscritti. Apri il tuo mercato a tutti e i costi assicurativi uccideranno il business. Restringi drasticamente la base utenti e il sistema crollera’.
Almeno questo negli Stati Uniti.
In Italia le diverse start up non hanno ancora il denaro necessario per introdurre una polizza assicurativa per i propri membri (almeno la maggior parte) e le compagnie assicurative, ancora poco pronte a cogliere l’opportunità offerta da questo nuovo mercato, non possiedono ancora i prodotti necessari per supportare le nuove aziende che stanno nascendo. Cosi’ Dryfe, compagnia molto simile a RelayRides, non riesce a decollare.
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