24 Ago Nuovi modelli: come la sharing economy trasforma il terzo settore
Apertura, condivisione, sharing, ma anche comunità, coprogettazione, impatto sociale. Non sono titoli di un dibattito teorico, ma pratiche già in atto, che mostrano al pubblico l’utilità collettiva delle piattaforme di condivisione, al privato la sostenibilità di aziende che diventano imprese collaborative. I modelli tradizionali si sciolgono e si ricombinano in innovazione aperta, esperimenti di comunità, modelli di lavoro orizzontali e trasformazioni di imprese su prodotti e processi.
Che ruolo ha l’utente nel nuovo sistema? Su cosa basiamo i nostri servizi? Come costruiamo e valutiamo il valore che consegniamo? Oltre la divisione tra primo, secondo e terzo settore, oltre la separazione netta tra produttore e consumatore, nuovi legami di fiducia si stanno formando, creando o rinsaldando un nuovo tessuto fatto di valore e fiducia tra persone. L’investimento nelle comunità avviene attraverso la contaminazione tra l’esistente e la sharing economy: da una parte il terzo settore ridisegna nuovi servizi e riacquista una dimensione sociale grazie all’economia della condivisione, dall’altra nelle pratiche di sharing, ancora agli albori, la persona può tornare al centro, anche grazie al contributo di chi ha fatto del sociale la propria missione. Storie italiane e spunti di futuro.
Ne discutono in una sessione all’interno del WIS, Workshop per l’impresa sociale:
Simone Bucchi (Fondazione Noi:Domani)
Marta Mainieri* (Collaboriamo)
Anna Puccio* (Fondazione Italiana Accenture)
Andrea Pugliese* (Hub Roma)