
06 Mag Airbnb lancia l’ID verificato: nessuno spazio all’anonimato
Airbnb lancia l’ID verificato per migliorare il sistema di fiducia tra le persone che utilizzano il servizio.
Quando Airbnb fu lanciato, nel 2008, molti erano scettici: chi avrebbe affidato la propria casa o una stanza inutilizzata a perfetti sconosciuti? Oggi Airbnb vanta 4 milioni di utenti e 250 mila proprietà affittate da milioni di persone in tutto il mondo. Nonostante questo, l’azienda continua a credere che, per far crescere il proprio business, deve migliorare il sistema di fiducia fra le persone. Come farlo? Verificando accuratamente l’identità degli utenti, in modo che profili online e offline coincidano. Si comincia collegando il proprio account Airbnb al profilo Facebook e Linkedin. In alternativa, è sufficiente avere almeno tre recensioni positive. Poi si passa alla certificazione offline, attraverso una scansione del proprio documento d’identità (carta di identità, passaporto o patente di guida) oppure rispondendo a una serie di domande simili a quelle che si trovano nei form di apertura di un conto online. Se le due identità combaciano, l’ospite o il proprietario si considerano verificati. “Ciò può rappresentare un grosso ostacolo per molti utenti” afferma Jacob Kerr, fondatore di Airbnb “ma crediamo fermamente che ne valga la pena.”All’inizio questa funzione sarà attivata per il 25% degli utenti (chi desidera identificarsi, in ogni caso, potrà farlo spontaneamente), ma l’obiettivo è che tutti siano mappati.
Molti servizi online – come LinkedIn, Twitter e Facebook – si trovano ad affrontare il problema della verifica dell’identità dei propri utenti e ognuno lo fa a modo proprio; tuttavia, Kerr crede che Airbnb sia il servizio più efficace, proprio perché si basa sulle interazioni on e offline. Tra le ultime ipotesi, c’è anche quella che Airbnb possa un giorno diventare un servizio certificatore di identità.